Durante la seconda guerra mondiale, il Dott. Henry Beecher si trovava a dover operare d’urgenza un soldato ferito, ma la morfina era finita.
A conoscenza dell'influenza che la mente è in grado di avere sul corpo, nel rischio che il paziente potesse morire, decise di tentare.
Facendola passare per morfina, gli iniettò invece una semplice soluzione salina, e il risultato fu incredibile. Il soldato si calmò immediatamente, il suo corpo reagì come se avesse ricevuto il farmaco tanto da permettere all'operazione chirurgica di proseguire praticamente senza che sentisse dolore. Nei decenni successivi le neuroscienze hanno dato una risposta a tutto questo che oggi conosciamo con il nome di Effetto Placebo. Non si tratta di mero pensiero positivo, ma di intenzione che ha un impatto sulla realtà. Diceva il Buddha più di 2500 anni fa “...diventiamo quello che pensiamo.”, applicabile in campo di salute (per esempio quanto mai attuale in termini immunitari, o in riferimento all'efficacia o meno dei vaccini
bella maggior parte delle circostanze tutt'altro che non obbligatori e facoltativi , e riguardo i potenziali effetti collaterali) e a estendersi anche a tutti gli ambiti delle nostre vite. Le nostre credenze, le aspettative e le convinzioni possono effettivamente contribuire alla creazione del nostro benessere e alla nostra felicità (placebo), ma, valido anche il contrario, possono essere responsabili del nostro ammalarci, sabotarci, o manifestare circostanze ed effetti negativi (nocebo).
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